tratto da Inganno
di Philip Roth
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– Supponiamo che io muoia e che un biografo esamini i miei appunti e finisca per trovare il tuo nome. Lui ti chiede: “Lo conosceva?” Tu vuoteresti il sacco?
– Dipende dalla sua intelligenza. Se fosse una persona veramente seria, sì, potrei aprirmi con lui. Potrei dirgli: “Lei però deve lasciarmi vedere tutto quello che c’è scritto negli appunti prima che io decida se parlare o no”.
– “Lei gli piaceva molto, questo glielo posso assicurare. Può dirmi qualcosa di lui?”
– Perché stai mettendo in piedi questa cosa?
– Per curiosità. “Ho intenzione di chiarire questo punto e lei mi può aiutare. Ho parecchio da perdere nel mio lavoro se traviso questo elemento, e anche lui. Anche lei, se è per questo. Lui era un uomo molto franco, dunque perché non aiutarmi a chiarire la cosa?”
– Se pensassi che questo tizio è solo un idiota non aprirei bocca con lui, perché traviserebbe ancora di più le cose. A che mi servirebbe?
– Consideriamo la migliore delle ipotesi, non la peggiore.
– Va bene, d’accordo, allora parlerei con lui.
– Cosa gli diresti?
– “Lui non ha scritto nessuno dei suoi libri. Sono stati tutti scritti dalle sue amanti, una dopo l’altra. Io ho messo gliù gli ultimi due e mezzo. E anche quegli appunti che ha preso di suo pugno erano sotto la mia dittatura”.