Osvaldo Piliego, Se tu fossi una brava ragazza (Manni Editore, 2019)

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Osvaldo Piliego, Se tu fossi una brava ragazza (Manni, 218 pp., 15 euro)

Molti sono i motivi per cui vale la pena leggere Se tu fossi una brava ragazza (Manni, 218 pp., 15 euro), terzo romanzo dello scrittore leccese Osvaldo Piliego. Uno tra questi è, di certo, l’apparizione ad inizio di ogni capitolo di brevi sezioni di testo  estrapolate da canzoni italiane d’amore, molte delle quali sono parte integrante dell’immaginario collettivo del nostro Paese. Leggere questo romanzo, quindi, significa anche riappropriarsi della nostra migliore tradizione musicale. Le canzoni di Nada, Mina, Modugno, Ciampi, Tenco, Battiato e tanti altri fanno da colonna sonora al dipanarsi della trama che ha come protagonista Marco, un quarantenne del nostro tempo, che vive un’esistenza priva di sussulti, scandita da azioni consuete, monotona, schematica e grigia. Solito lavoro (ausiliare del traffico atipico), solito bar, solito rinchiudersi tra le mura domestiche ad ascoltare vecchi vinili. La passione per la musica, ereditata dal nonno, sembra essere il nido che gli fa da riparo per evitare gli incontri con il mondo “altro”. Tutto questo mondo minimo viene scosso, dopo alcune pagine dall’inizio del romanzo, dall’incontro con una ragazza, Aspra. Ecco, un altro motivo per cui vale la pena leggere Piliego è questo: la storia di Marco (il cui soprannome Zero aggiunge nuovi dettagli sul modo con cui viene percepito dagli altri) può anche essere letta come una sorta di formazione sentimentale del protagonista, scandita dall’incontro con tre figure femminili, ognuna di loro portatrice di un sistema di valori diversi che entrano in collisione con lui, mettendo in subbuglio la sua tiepida identità negli anni acquisita. Leggere questo romanzo, quindi, significa anche entrare in contatto con differenti forme d’amore che prendono corpo oggigiorno. La già citata Aspra è tempesta, fragilità e incognita. Linda è bussola, radici e salvezza. Serena, più grande di Marco, è saggezza, indipendenza, forza. Le pagine si susseguono e le dinamiche in divenire del protagonista con le tre ragazze lo aiutano a scrollarsi di dosso quella sua indolenza,  quella sua asfissiante passività, quel suo galleggiare statico sulla superficie della vita. Un altro motivo per cui Se tu fossi una brava ragazza (il titolo riecheggia una celebre canzone di Luigi Tenco, il cantautore più ascoltato da Marco che sembra appropriarsi di alcuni motivi caratteriali del suo idolo) merita di essere letto è rappresentato dallo stile scelto da Piliego per raccontare questa storia di abissi e rinascite. Il romanzo è raccontato direttamente dalla voce del protagonista e il limitato susseguirsi di sequenze narrative (poco accade nel tempo della storia, vista la routine di vita dell’io narrante) lascia spazio a sequenze riflessive assai suggestive ed evocative. Piliego, non a caso autore negli ultimi anni anche di una raccolta poetica, è abile nel dare sostanza lirica al garbuglio interiore che s’agita nel corpo e nella mente di Marco. Leggere questo romanzo, infine, significa scoprire uno degli autori pugliesi più interessanti degli ultimi anni.

Rossano Astremo

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